La tradizione italiana by Giovanni Gentile

La tradizione italiana by Giovanni Gentile

autore:Giovanni Gentile [Gentile, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
Google: wsYMSDDElDQC
editore: Historica
pubblicato: 1936-06-15T09:36:14+00:00


ix.

Quando poi si viene al Rinascimento e all’Umanesimo che ne è la base, col congiunto

preumanesimo dell’età comunale, ogni tentativo di confondere in una le due tradizioni italiane, malgrado tutte le distinzioni e gli stiracchiamenti della storia tendenziosa, è affatto impossibile; e bisogna riconoscere francamente che le tradizioni italiane sono due; e che una di esse è la tradizione dell’Italia viva e operante, pronta ancora a combattere e a vincere, l’altra la tradizione dei morti che seppelliscono i loro morti. Due tradizioni, come, per tanto tempo, due lingue: una sgorgante della fresca sorgente degli scrittori la cui vena originale ricrea sempre la lingua nazionale e dalle bocche di tutti i parlanti che abbian cose da dire, e non esempi o regole da imitare ed osservare; e l’altra, stecchita e mummificata nel vocabolario della Crusca di triste memoria e nella pedanteria dei puristi. Viva l’una, e l’altra morta.

Bisogna dunque distinguere; e quando gli italiani vogliono sinceramente e seriamente guardarsi in seno, e cercarsi nella loro effettuale e vivente tradizione, per cui possono e devono dire di essere italiani, allora trovano, in principio, dopo le invasioni dei barbari e il naufragare della coscienza di Roma signora del mondo e delle memorie in cui si rispecchiava l’antica coscienza, se stessi risorti a vita nuova, a iniziare una nuova storia, nel Comune. Con i suoi liberi ordinamenti, il Comune è il prodotto dell’autonomo svolgimento di una vita che ripullula spontanea tra le crepe delle istituzioni imperiali ed ecclesiastiche. E dopo il Comune, la Signoria, risoluzione degl’interni contrasti comunali e rafforzamento della compagine politica dello Stato. Parallelamente, tra le fiere lotte comunali e l’irrompere selvaggio della forza accentratrice dei signori gareggianti nella creazione del principato, il fiorire di tutte le arti e di ogni più squisita cultura, e la conquista umanistica del concetto dell’umana intelligenza dominatrice, per sua invitta virtù, nel mondo della cultura; e creatrice perciò di una realtà tutta sua; e quindi l’affermarsi dell’individuo, col suo valore e la sua potenza spirituale. Concetto ancora immaturo e inadeguato della stessa potenza dello spirito, che deve infrangere l’angusta scorza della individualità particolare e dilatarsi nel suo respiro infinito per potere spiegare in una personalità universale la sua libertà illimitata e la potente sua energia creatrice. Questo il Rinascimento intravvede nella concezione naturalistica di un mondo infinito, che è tutto in ogni suo punto, e quindi nella stessa anima umana. Ma pur in questa forma ancora fantastica e insufficiente prepara il concetto moderno della libertà, crea la dottrina della religione naturale, educa gli spiriti alla reciproca tolleranza religiosa, nel tempo stesso in cui l’Europa è insanguinata dalle guerre religiose, infonde nei cuori il senso di una superiore umanità e il culto di tutto ciò che è creazione del genio, opera d’arte o invenzione.

Quando la Controriforma arresta in Italia il Rinascimento, ritarda la storia del pensiero e della coscienza nazionale, ma non può spezzarne il corso per sempre. Il fuoco cova sotto la cenere e divamperà nel Settecento in una luce che non si spegnerà più.

E sarà questa



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